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In qualcosa bisogna pur credere.

18 Luglio 2008

Qualcuno di voi ricorda il mitico pezzo di Radio Freccia… credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riffs di Keith Richards, e bla bla bla. Qualche anno fa con Chicca, che è una compagna ideale per questi viaggi mentali, ne abbiamo scritta una nostra versione.

 

7 dicembre 2000

Credo che, prima di pretendere, bisogna saper dare… ma se nessuno vuole è abbastanza frustrante dare così, a chi poi? Credo che voler mollare tutto per trasferirsi a Milano sia in realtà voler scappare da sé stessi, cosa quantomeno difficile perchè comunque me ne andrei assieme alla persona che meno voglio vedere in questo momento, cioè io… come credo che non riuscire a stare bene con nessuno sia in realtà un sintomo che non sto bene con me stessa. Credo che sarò licenziata se continuo a buttare le ore di lavoro pensando a lui e non al lavoro… Credo di meritare un po’ di più di una grigia giornata di pioggia. Credo che il segreto della felicità stia nel saperla aspettare e non volere tutto e subito (e se possibile ancora prima, come dice R.). Credo che non riuscirò mai a non darmi totalmente alla persona che amo perchè credo che amare significhi darsi al 1000% e non centellinare i sentimenti perchè in amore vince chi fugge… Credo che non riuscirò mai a sentirmi completa se non avrò al mio fianco qualcuno che mi ama… Credo che quell’uomo mi ami sul serio, visto che ha mandato a culo una cena col suo cliente più importante per stare con me… ma credo che comunque non mi ami abbastanza perché resta dov’è… Credo che non dovremmo cercare di risolvere i problemi del mondo perchè dobbiamo riconoscere i nostri limiti… e sono tanti… Credo che non prenderò mai più un antidepressivo in vita mia, comunque vadano le cose, perchè è vero che c’ho un buco grande, qui… ma una birra con Diego, le e-mail con Chicca e Andrea, l’aperitivo con Barbara, le mie fotografie, un po’ di musica fatta per bene, qualche viaggio ogni tanto… bè, questo buco me lo riempiono…

Poi, nel tempo, abbiamo continuato il nostro giochetto. Un po’ per divertimento, un po’ per avere sempre tangibile l’evidenza di come e quanto si cambia.

 

27 maggio 2005

Credo sempre che bisogna dare, dare, dare incondizionatamente (ricordiamoci il motto dell’estate) e soprattutto smettere di prendere: fischi per fiaschi, fregature, inc…., ecc. Credo che voler mollare tutto per trasferirsi a Milano sarebbe stata una gran cazzata e meno male che ci sono arrivata da sola… e meno male che mi son comprata casa a Bologna, perchè in realtà io qui ci sto da dio. E poi era vero che volevo scappare da me stessa: sono passati 5 anni e ancora son lì che scappo e sono ancora lì che mi dico che non sto con nessuno perchè non sto bene con me. Onestamente? Mi sono rotta i coglioni di non stare bene con me stessa… bisogna che smetta di farmi ‘sto viaggio e cominciare ad ammettere che io poi con me stessa ci sto molto bene, è con gli altri che faccio fatica ad incastrarmi. Capita quando si vuol tutto a modo proprio. Credo sempre di meritare di più di una grigia giornata di pioggia, ma credo di essermene convinta eccessivamente… Vedi sopra: credo FIN TROPPO di sapere di meritare moltissimo, infatti più in basso del livello stupendo mi sembra tempo perso e vaffanculo a chi c’è… mi sa che ho ecceduto dall’altra parte, negli ultimi cinque anni. Credo anche di essermi un po’ rotta di aspettare la felicità: adesso mi alzo e me la vado a prendere, se proprio lei non ha voglia di muovere un passo… Credevo che non sarei mai riuscita a centellinare i miei sentimenti e a non darmi al 1000% solo perchè in amore vince chi fugge e invece ho raffinato una tecnica da vera stronza, che comunque non mi ha portata da nessuna parte. E mi ha fatto perdere tantissimo in spontaneità. Credo che quell’uomo mi abbia amato sul serio, giuro che l’ho amato anche io e non rimpiango niente, ma credo di aver fatto bene a gabinettarlo quando ho conosciuto M. Dopotutto, alla fine della fiera, non sta per sposare me. Credo di aver preso molti più antidepressivi di quelli che avrei voluto prendere, ma lo dicevo già nel 2000 che non si possono risolvere tutti i problemi del mondo e, soprattutto, che abbiamo dei limiti. Continuo a credere che c’ho un buco grande, qui… ma un cinema con Ivan, due cazzate per mail con gli Amici o uno sfogo sul blog, i viaggi, le domeniche al mare, sopravvivere a Montezuma, gli aperitivi con M., e ritrovarmi più forte e non indebolita dalle esperienze negative, bè… questo buco non lo riempiono, no. Il buco ho capito che non si riempie mai, e se si riempie trovi di nuovo modo per svuotarlo e tornare alla ricerca di qualcosa. Ma mi fanno stare bene, qui ed ora.

 

Questo, oggi, è il mio. E questo è il suo.

 

Credo, credo sempre… Credo che bisogna mettere un po’ d’ordine alla propria posta elettronica, se non si vogliono perdere e-mail preziose come quella del credo di qualche anno fa… Credo che la Chicca sia una segretaria perfetta, visto che si ricorda meglio lei di me dove metto le cose. Credo che ci siano spese da sostenere di vitale importanza, anche se ad una prima occhiata può non sembrare, spese mi hanno permesso di tornare un attimo "in salute"… Credo che sia vero, che non posso cavalcare la prima reazione che mi viene in mente, perché quasi mai è quella giusta… Credo che dovrò imparare a vedere anche le alternative, come dire di no e come chiedere un compromesso, quando non posso dire sì. Credo che se continuerò a correre dietro alle esigenze degli altri senza mai ascoltare me stessa, non smetterò mai di correre dietro alla vita… Credo che non tutto il mondo ragioni con la mia testa. Credo però che non sia facile, quando si chiude la vena, continuare a vedere le situazioni in modo equilibrato, ma credo altrettanto che grazie un po’ a me stessa e un po’ alle persone che mi amano questo processo potrebbe diventare un po’ più automatico di com’è ora. Credo di non avere ancora voglia di far girare la ruota, di diventare grande, di far svoltare la mia vita verso determinati binari… Credo che siano davvero ancora troppe le cose che voglio fare, i viaggi che voglio intraprendere, i successi personali che voglio ottenere e i concerti a cui voglio partecipare, prima di sconvolgere completamente il mio elenco di priorità, leggasi avere un figlio. Poi credo che neanche il mio moroso sia pronto. Credo che non ci sia niente di male, se è ciò che ci fa sentire bene. Credo che terrò il gatto, anche se sono allergica. Alla fine ci si affeziona un po’ a tutto. Credo però che la menerò a Lorenzo fino allo sfinimento per cambiare casa al più presto possibile. Credo anche che dovrò litigare con un paio di persone, per poterle finalmente archiviare nel passato come errore, mio e loro. Credo che comunque non avrò voglia di farlo prima delle ferie. Credo di meritare le cose che ho ottenuto finora, nel bene e nel male. Credo che avrebbero potuto essere di più, ma anche di meno, quindi per adesso va bene così. Credo che non vada dimenticato il mio valore ed è per questo che in macchina conservo l’appunto di quel colloquio di lavoro…

 

LdC

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  1. credo che il “Credo che avrebbero potuto essere di più, ma anche di meno, quindi per adesso va bene così” faccia la differenza nella vita… :)

  2. Tanto training autogeno. Tanto.

    E contare fino a cento. Varie volte.

    E cercare di pensare che forse esistono altre spiegazioni, oltre alla prima che mi sale istintivamente.

    Non ci riesco sempre, ma senz’altro più di un tempo.

  3. Ahimè, no. Trattasi di persona che all’epoca mi gravitava attorno e che portava una sfiga inenarrabile. Da qui il soprannome, per ricordare la famosa maledizione che colpisce il turista sprovveduto man mano che si avvicina all’Equatore ;)

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